Estrattore: indispensabile in cucina!

Dalla caffetteria al ristorante,
tra zero waste e foraging!

L’estrattore è una di quelle macchine che diventano indispensabili quando ne capisci tutte le sue potenzialità. Passata la fase della conoscenza, diventa amore!

Facciamo un breve distinguo tra centrifuga ed estrattore e perché noi preferiamo quest’ultimo.

La centrifuga lavora ad alti giri di motore e proprio come una lavatrice, con la forza delle sue lame riesce a separare velocemente la parte solida da quella liquida di una materia prima. Il succo che si ottiene è una bevanda estremamente fluida che va consumata subito.

L’estrattore non presenta lame e i giri del motore sono molto bassi perché la funzione dev’esser quella di abbracciare così forte una materia prima, da stritolarne le cellule e far uscire il liquido.

Non avendo lama e calore a contatto con frutta e verdura, l’estrattore non ossida e non altera le sostanze nutritive contenute all’interno delle nostre primizie; il succo che otteniamo può essere bevuto con calma oppure conservato in frigorifero per una buona giornata. In più, a differenza della centrifuga, estrae anche da verdura a foglia!

Dal punto di vista nutrizionale, l’estrattore è migliore per l’assunzione di vitamine e sali minerali e il suo lento modo di lavorare è un po’ anche un invito a saperci concedere il giusto tempo per nutrire il nostro corpo.

Utile alle caffetterie e ai bar (ma anche ad agriturismo e b&b), l’estrattore può essere utilizzato espresso, oppure a inizio servizio per confezionare bottigliette di estratto personalizzate, conservate in una vetrina refrigerata e vendute ai consumatori come “break” salutare da portare in ufficio!

Ma siamo nell’era “zero waste” dove molte attività legate alla ristorazione stanno attuando pratiche anti-spreco e l’estrattore, di fatto, genera scarti alimentari.

Come comportarsi?

Diventano virtuosi, appunto! Le bottigliette di estratto invendute possono diventare ghiaccioli 100% naturali. Gli scarti, invece, possono essere utilizzati per creare il ripieno di torte, plum-cake, muffin e altri prodotti da caffetteria!

Alcuni estratti più ricchi di verdura generano scarti che di fatto sono insaporitori naturali, “dado” o brodo vegetale, base per hamburger veg, ingredienti per sughi.

E a volte basta anche solo un confronto con un amico ristoratore per fare in modo che un semplice estrattore generi connessioni e riduca lo spreco alimentar: il bar fa succhi, il ristorante trasforma gli scarti, easy no? 🙂

L’estrattore fa sempre più gola anche alle cucine!

Il nuovo trend ci dice che il futuro della ristorazione si baserà molto sul FORAGING. Mai sentito parlare? A Belluno abbiamo esempi di foraging da moltissimi anni e senza tanti inglesismi, identifichiamo questi ristoranti come quelli i cui piatti sono a prevalenza di erbe spontanee del territorio.

I cuochi si fanno contadini e custodi del territorio e raccolgono erbe e piante che poi utilizzano in maniera versatile in cucina.

Alimurgia. In italiano si chiama alimurgia ed è una pratica che i nostri nonni conoscevano perché semplicemente necessaria. Oggi questa pratica si va riscoprendo grazie alla necessità di un regime alimentare più sano, al senso di responsabilità nei confronti del pianeta, ma anche all’esigenza di riportare l’uomo alla sua essenza, facendogli vivere quelle esperienze che solo 60 anni fa erano quotidiane e che oggi vengono definite “straordinarie“.

 

Ecco che le cucine estraggono alloro, prezzemolo, basilico, cicoria… gli chef si dilettano a creare colori e sapori attraverso l’aiuto dell’estrattore  non solo per un effetto scenico, ma anche e soprattutto per cogliere/estrarre l’essenza delle materie prime.

La nostra azienda fornisce estrattori professionali accompagnati da servizi di consulenza e pianificazione condivisa di prodotti che rispondo ai requisiti del mercato.

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