Cosa sai della Guida Michelin?

1898, la Francia delle biciclette e
delle prime automobili

Molto spesso sentiamo parlare della Guida Michelin, la stella che molti ambiscono a puntare sul proprio petto. Stella che alcuni ristoratori accettano, altri rifiutano e qualcuno la restituisce pure.

Per i consumatori è una guida a quelle che oggi indichiamo come “eccellenze”, non esente, però, da pareri molto discordanti.

Al di là del peso nella ristorazione, la Guida Michelin ha una storia curiosa alle sue spalle che merita di essere raccontata perché frutto di un’idea che tutto voleva, tranne diventare ciò che effettivamente è.

Un’idea che ci insegna che a volte basta davvero un piccolo dettaglio per cambiare il corso della nostra esistenza o il significato delle nostre azioni.

Nel 1989 la Francia si è resa protagonista di una buona fetta del mercato automobilistico mondiale, pioniera delle quattro ruote, patria di Renault, Peugeot, Citroen e Bugatti ma anche di aziende come Michelin che già da sessant’anni si occupava della gomma galvanizzata e a fine ‘800 decise di specializzarsi proprio sugli pneumatici per la bicicletta e poi per le automobili. 

In occasione dell’Esposizione Universale del 1900, Edouard e André Michelin pensarono di scrivere e stampare trentacinque mila copie di una piccola guida utile a ciclisti ed automobilisti per potersi destreggiare nel “nuovo traffico” parigino segnato dall’arrivo della quattroruote: strade, consigli utili per cambiare una ruota, stazioni di servizio e una piccola cerchia di ristoranti e alberghi dove potersi fermare durante il viaggio.

Nasce proprio così la Guida Michelin, dove la parte enogastronomica è marginale rispetto comunque alla necessità dell’azienda è di confermare il proprio posizionamento nel mercato dell’auto.

La storia narra che la guida venne rinnovata e distribuita gratuitamente per vent’anni finché André Michelin rimase indispettito da un dettaglio, notò la sua guida utilizzata da un’officina come supporto ad un banco di lavoro, decontestualizzata a causa della mancanza di un valore economico vero e proprio.

Fu così che venne messa in vendita per la prima volta a sette franchi, arricchendola di maggiori dettagli sotto il profilo enogastronomico, così da giustificare questo piccolo libricino rosso che ogni anno era sempre più atteso da appassionati viaggiatori.

Avventori anonimi: l’inizio del mito.

Col susseguirsi delle edizioni, i fratelli Michelin assodarono avventori che in forma anonima testavano i locali per poi fornire una recensione da inserire nella Guida. Fu l’inizio del mito.

Con gli anni ’30 arriva l’assegnazione delle stelle (una, due e tre) ma il criterio di assegnazione sarà svelato solo nel 1936 e tutt’ora è sempre fonte di discussioni e di pareri discordanti!

  • 1 Stella: interessante (très bon restaurant dans sa catégorie);
  • 2 Stelle: merita una deviazione (excellente cuisine; mérite le détour);
  • 3 Stelle: vale il viaggio (cuisine exceptionnelle; vaut le voyage).

I criteri di valutazione:

  • qualità delle materie prime
  • originalità e personalità dello chef nei piatti proposti
  • padronanza delle tecniche
  • rapporto qualità/prezzo
  • continuità nel tempo
L’Italia è ricca di ristoranti stellati e Belluno ha la fortuna di avere vicino
“Le Calandre”, il ristorante di Rubano, Padova, regno dei fratelli Alajmo che hanno ricevuto il massimo dei voti, tre stelle.
Se accedere ad un ristorante con tre stelle Michelin è impegnativo dal punto di vista economico, ci sono delle piccole grandi soddisfazioni a portata di ogni tasca.
A Venezia, all’interno del Fondaco, è possibile accedere ad AMO, il bistrò dei fratelli Alajmo.
La caffetteria è ricca di dolcezze accessibili per chi vuole assaggiare una delle eccellenze italiane da Guida Michelin!
 
Attualmente il Veneto conta:
– 1 ristorante a ***
– 4 ristoranti a **
– 27 ristoranti a *
 
Il Veneto rappresenta la quinta regione più stellata d’Italia, la provincia di Belluno ne presenta 4.

Lo chef maggiormente stellato al mondo è Joël Robuchon e con 32 stelle Michelin che ha collezionato fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta nel 2018.

Attualmente è Alain Ducasse ad aver maggiori riconoscimenti con un totale di 14 stelle Michelin.

La stella, in realtà, viene data al ristorante, ma sappiamo bene che il frutto di questo premio sta nella soprattutto nel talento dello chef.

 

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