Vegetariani e vegani, a che punto è Belluno?

Per necessità o per scelta, Belluno manca di proposte per vegetariani e vegani.

Nella nostra provincia c’è davvero poco se sei vegetariano o vegano, ma prima di addentrarci nella ristorazione che oggi vanta la stella e la stella verde Michelin, bisogna fare una premessa importante.

Chi sceglie un regime vegetariano o vegano, non è un consumatore che cerca prodotti pronti nella grande distribuzione, non gli basta l’etichetta veg, non accetta che per sopperire alla mancanza di materie prime di origine animale vi sia chimica sotto nomi incomprensibili.
Chi sceglie questi regimi è un consumatore che ha a cuore la filiera, il prodotto e il produttore, le modalità di allevamento (nei vegetariani), ma anche le scelte di confezionamento.

Inoltre i vegetariani e vegani sono ancora vittime di quella credenza per cui “mangiano solo insalata”.

Non apriamo il delicato discorso di salute e apporti di vitamine/proteine/carboidrati che merita una riflessione a parte da persone competenti.

E qui noi ci fermiamo, ovviamente.

La cucina è curiosità, è gioco, fantasia, creatività, sperimentazione.

La cucina è poter varcare* il limite, è chiudere gli occhi e sentire quanto ciò che abbiamo appena portato alla bocca riesca a scatenare in noi.

Belluno è assolutamente carente di ristoranti, gastronomie e bar che si rivolgano a questa fetta di mercato, un mercato in crescita ed esigente.
E spesso la sensazione è che sia più il timore di essere giudicati che la voglia di essere il cambiamento.

In Francia, “Ona“, è il primo ristorante vegano a ricevere una stella Michelin e una stella verde Michelin per le pratiche etiche molto forti.
Questo non è il futuro, è il presente e la nostra provincia, vergine e ritardataria, potrebbe cominciare a fare la differenza forte di un territorio che può fornire valide alternative al consumo di carne e derivati animali.

Da dove partire?

 

*abbiamo deliberatamente scritto “varcare” proprio per il suo significato: superare un luogo attraversandolo, traghettare.

Il primo passo è certamente spogliarsi dalla convinzione che chi segue questi regimi si nutra di sola insalata. Basti pensare ad un piatto di pasta al sugo o una pizza margherita per capire che il vegetariano li include nella sua dieta.

Vegani e vegetariani, di fatto, lavorano sui processi di lavorazione e trasformazione materie prime e con grande attitudine riescono a ridurre gli scarti e dare vita a più preparazioni (di diversi sapori e consistenze) con una sola materia prima.

Spogliati dall’idea che mangino poco o male, il primo passo sarebbe una buona formazione presso accademie certificate e scuole specifiche, in modo da poter fare proprie le basi di questa cucina.

I locali dovrebbero essere progettati tenendo conto dei “limiti” dei regimi alimentari e creare spazi in cui le scelte green di materiali, tessuti e complementi siano perno per un’attività di successo.

Una buona comunicazione inclusiva, propositiva e volta a creare curiosità nei consumatori.

La speranza è di poter essere parte di questa fetta di mercato che guardiamo con rispetto, consapevoli, come dicevamo in apertura, che Belluno ha un enorme potenziale inespresso e che la cucina è sempre un gesto che crea convivio, qualsiasi cosa decidi di mangiare 🙂

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