Enosteria C.eT.

«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando
non ci sei resta ad aspettarti».


Cesare Pavese
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A volte ciò che trovi, lo perdi. Capita e forse vuol dire che non era a te destinato.

Un paio di anni fa Silvia e Matteo ci indicano una vecchia osteria su una statale: facciamolo qui il ristorante!
E il nostro ufficio tecnico ha iniziato a tracciare linee, dando forma ai primi loro desideri.

Ma qualche volta la sorte non è dalla tua e che ciò che insegui è più una volontà (che un desiderio) che ti riporta di nuovo a cercare. Non un posto, ma QUEL posto.

Mesi più tardi ci indicano un locale con un piccolo terrazzo che si affaccia sul fiume, ma anch’esso non è destinato a questi due bravi ragazzi, non vi è abbastanza terra per le loro radici, che ci dimostreranno essere forti!

Spinti da grande tenacia e pazienza, Silvia e Matteo fanno e rifanno i conti con planimetrie, muri, spazi, sogni, finché  un giorno entrano in azienda con la consapevolezza che tutto questo peregrinare finalmente è stato ripagato, iniziando a gettare radici in un paese che ora, nella gente, nelle piante e nella terra, ha qualcosa di loro: Enosteria C.eT – Cet, Belluno.

Enoteca e osteria

Da qui siamo partiti per progettare uno spazio capace di unire enoteca ed osteria, un posto dove l’amore per la terra è tangibile in ogni scelta.
Nei profumi, nei colori, nei sapori e in tutti quei processi di lavorazione resi ogni giorno possibili dalla manualità di Matteo e dalle nostre macchine.

Un buona mescola di tradizione ed esperienze che questo giovane chef ha maturato lavorando nelle cucine del mondo.

Eno-teca

L’ingresso è a caratterizzato da un banco di mescita comprensivo di retrobanco, scaffalature, bottigliera e tutta la parte refrigerata e di lavaggio utile a questa zona del locale.

Le alte sedute informali invitano gli ospiti a vivere questo spazio in modo libero: per un aperitivo, per l’attesa del convivio, ma anche per mangiare in un ambiente dinamico che Silvia scalda con il profumo dei vini naturali, mentre dalla cucina escono sperimentazioni culinarie sorprendenti.

Il banco in acciaio richiama vecchie osterie ed è volutamente graffiato dal tempo (che verrà); a disunire la zona di ingresso/bar dalla sala principale, è la nostra ormai caratteristica parete di ferro e vetro, un modo semplice per separare senza dividere le bellissime esperienze che si fanno a Cet!

 

Hospederia

Tre sale, tre modi differenti di vivere i piaceri della tavola.

Per Enosteria C.eT abbiamo creato una sala/shop con un grande tavolo centrale dedito al convivio; una sala versatile che può ospitare anche eventi formativi e serate di approfondimento culturale sul complesso mondo enogastronomico.

La sala principale, invece, è un piccolo cinema d’essai, in cui commensali e cucina interagiscono attraverso una finestra da cui traspare tutta la passione. Per chi mangia. Per chi cucina. 

Dettagli di arredo che il cliente percepisce come connessioni e dà modo alla cucina di avere sempre sotto controllo gli ospiti.

L’ultima sala, infine, è un posto quasi segreto, un tuffo nel passato di questo edificio, antica villa bellunese. L’arredo si fa essenziale e sono le mura a parlare di questo piccolo grande ristorante.

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La cucina

In paese dicono che sia bravo, lo dicono a Cet e molto più lontano; Matteo ha un approccio estremamente manuale alla cucina. Creativo, curioso e preparato, porta in tavola una passione il cui sapore sa di mondo, di altre vite, altre strade, altri sapori il cui denominatore comune è la facilità con cui conquista ogni palato… come se riuscisse nell’arte di semplificare ciò che in cucina è notoriamente complesso: tutto, anche un semplice boccone di pane e olio!

La cucina è costruita su sue specifiche richieste, sia per la parte di cottura, che di preparazione e conservazione.

Disposta esattamente come Matteo ha chiesto, questo paese ha due cuori molto giovani che stanno dando un contributo importante alla ristorazione del territorio, alzano l’asticella a chiunque tornerà a casa per restare, come loro.

E noi ci saremo ad aspettarli.

evòo, l’accento che fa evolvere!

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