Dove tutto finisce

Host, ultimo giorno per me
Stamattina ho raggiunto la fiera per il mio ultimo giorno, eppure non sono riuscita a vederla tutta manco quest’anno! E’ larga e lunga, anche se ridimensionata rispetto agli anni pre Covid, è comunque grande!
Oggi mi concentro sugli ultimi fornitori, assisto a qualche demo dei competitor per vedere che tipo di strategie di marketing utilizzano, che linguaggio usano, come si muovono, dove premono con la comunicazione al cliente.
La cosa più terribile che ho appena sentito è uno chef che sbeffeggia il suo stesso forno, dicendoci (io ero tra il pubblico) che il suo massimo è dare le spalle alla macchina. Lo so, era un modo per dire che lo programma e non ci pensa più, ma a me piace pensare che il forno è un collega di lavoro, non gli puoi girare le spalle. I clienti della mia azienda si fidano di noi perché siamo profondamente onesti anche quando vendiamo una macchina meno costosa di un’altra perché la riteniamo più adatta a portare a casa il risultato. Non vendiamo favole, vendiamo soluzioni. E troviamo le soluzioni molto emozionanti perché permettono ai nostri clienti di essere felici dei risultati che ottengono.
… dov’ero? Ah sì, vago tra i competitor e saluto i nostri partners. Eka si riconferma solida dal punto di vista della comunicazione. Io mi sento di parlare solo di questo 🙂 Uno stand pulito ed essenziale, bianco e rosso, con quel tocco di nero. Diciamo che Chanel ne sarebbe fiera dato che l’intera sua carriera si è basata proprio su questi colori.
Forno + abbattitore + armadio refrigerato =
less is more
Il succo, dopo tre giorni di peregrinare, è che la ristorazione post Covid deve sapersi riorganizzare con l’essenziale e, soprattutto, deve cambiare, evolversi nella scelta delle macchine e nell’organizzazione del menu.
Forno, abbattitore e armadio refrigerato sono i tre alleati che non devono mancare in laboratorio, perché se espressi in tutte le loro potenzialità possono aiutarci a creare un nuovo modello di ristorazione più funzionale, sano, agile. Ne abbiamo parlato spesso anche nei nostri articoli, che puoi trovare QUI.
A Vista: clienti e ristoratori sempre più a contatto
La cucina a vista non è una novità, ma il Covid ha amplificato la voglia delle persone di esperienze autentiche, di momenti di convivio sereno, positivo. Se la cucina, dalla parte di chi la fa, vira verso un sistema circolare e sostenibile, dalla parte di chi consuma deve poterti emozionare sempre più.
Nei giorni scorsi abbiamo parlato di panifici e macellerie, ma è l’intera comparto dell’interior design che sta ridisegnando gli spazi della ristorazione, mettendo le case costruttrici nella posizione di potersi innovare ancor più dal punto di vista tecnologico ed estetico!
Un esempio arriva dal nostro partner Lotus, che presenta una nuova cucina dalle grandi prestazioni per piccoli spazi. La linea, che si chiama “passante” ha il piano profondità 110, si utilizza da entrambi i lati e in entrambi si cucina e, ciliegina sulla torta, i fianchi possono essere personalizzati con il logo del locale che poi sarà illuminato in una scala di colori cromatici di grande effetto.
Caffè, lievitati, gelato e il progetto Ristorazione 4.0
Grande attenzione per il mondo del caffè che si rende ancora protagonista grazie anche alla formazione che sta finalmente riscontrando i favori della ristorazione. Eco sostenibilità per il caffè in cialde, sistemi di risparmio energetico per il riscaldamento dell’acqua per l’estrazione, ma anche tecnologia e controllo da remoto.
Pane e pizza sono una vera esplosione di incontri, demo e show cooking. Gli italiani hanno riscoperto l’arte del farsi il pane in casa e hanno approfondito il mondo della fermentazione con il lievito madre, la pizza rimane quindi uno dei pasti irrinunciabili della settimana degli italiani. Che sia fatta in casa, da asporto o consumata in pizzeria, deve avere farine di qualità, indiscussa digeribilità e una farcia di materie prime selezionate con cura. Deve essere buona, ma buona buona. E non rinunciare ad essere comunque pur sempre, una semplice pizza!
Il gelato continua ad essere consumato anche al freddo, nella versione “salata” con gusti come la zucca, che invadono anche le cucine, a gusti comunque preparati con materie prime locali.
A Belluno vince la ricotta di latterie e malghe, la zucca di Vas, la noce feltrina e molti altri gusti che parlano strettamente “local”.
Dalle gelaterie tradizionali al gelato espresso, dove la nostra Gel Matic si conferma la migliore, il gelato è un sano business! Anch’esso parlerà sempre più di materie e materiali sostenibili.
Infine c’è il progetto “Ristorazione 4.0” con il focus di dare al comparto la possibilità di evolvere le macchine interne ai laboratori per migliorare ulteriormente i processi, ottimizzare costi e risorse e facilitare la transizione verso i nuovi modelli di ristorazione.
Ecco l’articolo: FIPE, clicca qui.
Il progetto Ristorazione 4.0 potrà rappresentare un fondamentale salto di qualità: efficienza, ammodernamento, abbattimento dei costi e crescita qualitativa dell’offerta i risultati attesi. Contribuire alla competitività internazionale del sistema Italia nell’accoglienza e nella ristorazione gli obbiettivi strategici
Gli ultimi trip prima di tornare casa
Come la migliore delle sprovvedute, l’ultimo giorno a Milano comincia con gli operai sul tetto che mi svegliano cantando i Pooh, doccia (femore escluso), colazione al MAG sotto casa e poi una intera giornata di trolley!
L’ ho presa sportivamente, ho finto di avere un cane, che adesso va tanto di moda, e mi sono trascinata la valigetta per tutta la fiera, ma soprattutto ancora per tutta Milano perché volevo assolutamente vedere ancora un paio di scorci.
Faccio un passo indietro sulla cena eritrea di ieri sera. Lorenzo, il fotografo che segue i nostri allestimenti, è a Milano per uno shooting, quindi organizzo la cena per non stare tutti soli in questa grande città. Taxi al volo, prelevo Lorenzo nel suo hotel, sfrecciamo in direzione opposta e becchiamo Sam che ha prenotato al Savana, ristorante eritreo. Oh My Gosh, che esperienza stupenda mangiare lo zighinì. A parte l’acidità strepitosa della enjera (crespella) e la bontà di manzo, verdure e cereali, è l’atto del cibarsi con le mani che mi ha emozionata. È proprio convivio allo stato puro, è rispettare lo spazio altrui ma poterci entrare. È inclusione pura ed è lei che ci salverà, almeno spero, da tutta l’ondata di odio e pregiudizio di cui il mondo è ancora pieno. Mangiare con le mani e in tempi di Covid mi ha permesso ancor più di fortificare certe amicizie con le quali, non solo condivido esperienze positive, ma sposto le conversazioni e gli scambi di opinioni su tutto ciò che genera benessere. Una ricerca di felicità in questi due anni di distanze.

E se come me arrivate in stazione sempre in largo anticipo, il Mercato Centrale ha aperto finalmente anche a Milano! Posto che Firenze rimane la mia esperienza migliore, anche quello del capoluogo lombardo non scherza come arredo e proposte. Attendi il treno al caldo, sei seduta, attaccata al wifi e circondata da piccole isole di cucine da tutto il mondo. Carne, pesce, pasta, riso, ravioli, pizza, vegetariano, vegano, non manca assolutamente nulla, sia da consumare in loco, che da asporto per gustarlo in treno!
Vi lascio il link, basta CLICCARE QUI
E anche Host 2021 si conclude qui; mi è mancata la mia famiglia perché con loro avrei potuto imparare ulteriori cose dalla fiera dell’ospitalità e godere delle serate milanesi in maniera sicuramente più folle… ricordandomi l’edizione 2019! Ma Milano rimane comunque una giostra sempre accesa e per noi montanari tre giorni vanno bene, poi abbiamo bisogno di tornare in mezzo agli aghi di pino – silenzio – funghi, come dice De Gregori.
That’s all folks – grazie per aver impiegato del vostro tempo a leggermi, è un gran regalo di questi tempi.