Milano benedetta
Donna altera e sanguigna

Ore 08:00
Tutto sommato ho dormito bene nel mio micromonoasfissiante appartamento, la stanchezza era così tanta che è stato facile prender sonno. Mi arrampico verso l’abbaino per capire che tempo c’è fuori e m’infilo in doccia, avendo cura di lasciare il femore fuori. Ho appuntamento con Samantha, quindi da Porta Genova devo scendere dalla metro a Cadorna… quello che non vi ho detto è che ieri mi sono schiantata sulle scale dell’underground milanese. Sbucciata il ginocchio destro, quello sinistro è semplicemente gonfio e dolorante.
Alimurgia aka Foraging, la tendenza a tavola
Lavoro che toglie la fame – l’alimurgia, ovvero la pratica che oggi sta avendo maggior successo nella ristorazione. Cibarsi di piante edibili che troviamo nei boschi e nelle campagne di casa, sta diventando un vero must!
Ne parlo con Samantha mentre beviamo il caffè e Zeta, la sua cagnolina, non sta ferma un nano secondo facendomi scompisciare dalle risate.
Mi parla di Eleonora Matarrese che trovate su IG con l’account @lacuocaselvatica e riflettiamo su come la cucina stia tornando a pratiche che molti anni fa erano imprescindibili per una famiglia di contadini. E così giro Milano pensando che certe mode fanno bene ad arrivare. Certe tendenze è giusto, per me, che prendano piede, perché alcuni potrebbero soffermarsi a fare le mie stesse considerazioni e capire come il cibo sia una questione di responsabilità.
Coldline, brand con cui da sempre lavoriamo, è entrata direttamente a Pollenzo nella casa di Slow Food, con la tecnologia a supporto della fermentazione. Non mi è dato sapere che succede nell’Università delle Scienze Gastronomiche, ma quel che è certo è che le pratiche “antiche” stanno tornando e affascinano i professionisti, tanto quanto i privati. Ecco, allora, l’apporto della tecnologia per ottimizzare processi di una cucina iper salutare!
Belluno e l’alimurgia
Primo Ristorante di Belluno segna l’evoluzione per quanto riguarda la città, creando uno spartiacque tra chi ha sempre praticato l’alimurgia in modo classico e chi la sta estremizzando con tecniche e risultati stupefacenti!
Host: le macellerie come bistrot
In apertura vi dicevo che sono due i settori destinati a modificarsi nei prossimi anni. Anche se in molte zone del mondo questo è già accaduto, Belluno è sempre un po’ ritardataria a causa delle bellissime montagne che tanto ci abbracciano quanto, a volte, ci proteggono fin troppo dalle novità 🙂 Qui tutto arriva molto dopo, ma per me è sempre stato un punto di forza, perché rende la mia terra ancora vergine e quindi desiderosa di sperimentare.
Dicevo: le macellerie iniziano a cambiare, ad assumere sempre più i connotati di una bottega con consumazione. Un modo, per me stupendo, di fare cultura alimentare. Un ritorno a “ognuno il suo” dove il macellaio può narrare di bestie e tagli, ma dove soprattutto può trasmettere il fascino di un mestiere che dovrebbe finire sotto presìdio Slow Food per la formazione che richiede e per la carenza di giovani specializzati in questo settore. Una figura che rischia di scomparire.
Alla pari di sarti, arrotini, caregari, i macellai sono persone che hanno competenze e manualità elevate, vederli tagliare la carne è assistere ad un’opera d’arte.
Criocabin ha allestito lo stand proprio su questo nuovo concetto. Vetrina bassa, luminosa e ariosa per poter esporre la carne come fosse una gioielleria, seguita da una zona di taglio e cottura totalmente a vista, così che il consumatore possa assistere a tutte le fasi e interagire con il macellaio. Naturalmente andranno selezionate con cura le cotture da abbinare a proposte di tartare, ma sì, un giorno ci siederemo a mangiare in macelleria se già non lo state facendo 😉
Ecco che in questa prospettiva, la mia azienda può essere un valido alleato per nuove aperture; lavorare su misura e disegnare in modo strettamente personale un banco da lavoro, consente ai macellai di avere un locale unico, specifico per il tipo di servizio che andranno ad offrire.
I nuovi sistemi cottura, abbinati a banchi refrigerati e soffitti aspiranti, daranno vita a macellerie strepitose, ne sono certa!
Ready to cook
Nel 2022 le macellerie si riconfermeranno centrali nella scelta dei piatti pronti per essere cotti. Con la scomparsa, almeno a Belluno, delle gastronomie storiche, la macelleria ha rubato il cuore dei consumatori appassionati di carne ma poco avvezzi a tagli, lavorazione, spaghi e forno! Quella grossa fetta di persone che ama gli alimenti di origine animale sta iniziando a consumarne meno, ma di qualità, cambiando atteggiamento verso allevamenti non intensivi e certificazione, prediligendo carne preparata dal macellaio, figura che sta finalmente tornando al suo meritato posto!
"Il macellaio moderno va ben oltre la mannaia e il grembiule insanguinato: è giovane, esperto e innovatore "
Il mio tempo libero a Milano
Ci troviamo a Cadorna, passando per Brera, Parco Sempione, Castello Sforzesco, il Duomo e poi a piedi fino ai Navigli.
Milano per chi ama il cibo come me, è una giostra sempre in funzione. Non c’è angolo dove i miei occhi non si siano posati. Per un locale, per una specialità, per un profumo, per un colore. Avere al mio fianco Samantha è stata una benedizione, perché ci piace chiacchierare, ci piacere ridere sopra le sfighe della vita, ci piace prenderci in giro, sfottere la lingua italiana e la cadenza veneta, mangiare, mangiare e mangiare! Con gli occhi e la bocca.
Ma prima di passare al sodo del video qui sotto, Samantha mi ha prelevata a Cadorna, sede de La Cucina Italiana e quartier Luxottica, mi ha portata a destra e sinistra di ogni strada, su e giù per i marciapiedi, davanti a chiese che sono scrigni, fuori da un bar che vi segnalo: Magenta. Arredo liberty d’epoca, banco cassa, credenze e bancone originali, così come la gran parte del mobilio interno. Proprio di fronte alla porta d’ingresso balza agli occhi il grosso orologio dorato e le lampade vintage della saletta attigua. Un piacevole tuffo nel passato dove il tempo sembra essersi fermato.
Il Castello Sforzesco è un brulicare di gente, l’ennesimo momento in cui guardo un palazzo e mi dico che tutta questo Bel Paese è stato costruito con le sole mani degli uomini, in tempi in cui la tecnologia* non esisteva o se c’era, era agli arbori e ben poco evoluta. Noi siamo capaci di costruire il bello.
*intesa nel suo significato etimologico
Parco Sempione porta con sé Elio e Le Storie Tese, si ride sempre. C’è la StraWoman, una delle gare di podismo no profit della domenica mattina… la gente balla all’arrivo, porta a pisciare i cani e noi ci perdiamo a parlare di Expo, ma del 1906 e del cambiamento subito dalla città. Brera, my gosh, cos’è Brera, così intima e bohémienne. Arte, artisti e la pinacoteca, che spettacolo!

Dal Duomo ai Navigli è un attimo: da qui vai sempre dritta! Per strada, a caso non vi ho detto che:
- Peck è una super gastronomia, LA gastronomia di Milano dal 1883
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro; Sam mi dice che seppur piccola la sua architettura la fa sembrare magnificente! Era chiusa 🙁
Galleria Vittorio Emanuele II oltre alla sua bellezza, è sede della Pasticceria Massari, che vale la pena visitare per gli arredi, un pezzo di storia; la galleria, inoltre, è stata restaurata nel 2017 da una équipe capitanata dal nostro Gianluca Galli, che è sempre stato un artista, della musica e del restauro! Questa è la sua intervista post lavori, CLICCA QUI.
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